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Tsunami Tour - Un comico vi seppellirà - Recensione

09/04/2013 | Recensioni |
Tsunami Tour - Un comico vi seppellirà - Recensione

La fotografia di un fenomeno. Qualcosa di dirompente, che ha portato a rivoluzionare la scena politica italiana, Grillo e il suo Tsunami Tour pre-elettorale.  L’ex comico e i suoi tre scudieri, una “comitiva di picari”, “quattro maschere della commedia dell’arte” che hanno macinato migliaia di chilometri su e giù per l’Italia come ha evidenziato il regista Francesco G. Raganato.
Tsunami Tour, sottotitolo Un comico vi seppellirà è il documentario che sarà visibile nei cinema solo il 10 aprile, prodotto da Todos Contentos y yo Tambien, realizzato da Raganato e dai due giornalisti Chiara Burtulo e Gianluca Santoro, che ha seguito il camper del Movimento 5 stelle di Grillo in giro per le 77 piazze d’Italia toccate in 40 giorni.
Merito principale dei realizzatori è di non aver fatto un film-inchiesta ma quello di aver registrato semplicemente i fatti, con la telecamera puntata addosso a Beppe Grillo durante i comizi ma anche, inaspettatamente, anche in momenti privati. L’ex comico genovese è infatti ripreso nei suoi discorsi pubblici ma anche nelle sue pause più intime, come quando si rilassa nel letto del suo camper o come quando chiede un caffè (dando istruzioni per come girarlo) con un “bacino di dama” di accompagnamento. I momenti del tour di Grillo (contestazioni comprese, cui il leader non si è mai sottratto) sono inframmezzati da contributi video di analisi del fenomeno da parte di voci illustri come Carlo Freccero, Ferruccio De Bortoli, Udo Gumpel, e da alcune interviste concesse dall’ex comico rigorosamente solo a giornalisti stranieri.
Unica concessione “cinematografica”: alcune scelte stilistiche all’inizio e alla fine. Una serie di giornali appesi ai fili come panni stesi su una terrazza, citazione di Una giornata particolare di Scola quasi a rimarcare il fatto che anche in questo momento qualcosa di importante sta scuotendo un Paese. Scelta stilistica indovinata e forte nel suo simbolismo che sullo schermo ha la sua forza di suggestione.
Il comunicato sul sito della casa di produzione parla di “Luci ed ombre, proposte e contraddizioni, emozioni e sentimenti del Movimento che è diventato la prima forza politica nazionale e che ha portato in Parlamento 163 tra deputati e senatori finora sconosciuti: un esercito di impiegati, casalinghe, studenti e pensionati, decisi a ‘mandare a casa’ la vecchia classe dirigente”.
“E’ da 25 anni che dico le stesse cose ma ora sono diventato demagogo e populista” dice di lui Grillo. “Chi sono io? Un attore, un comedian, un politico? Non si sa. Io sono un facilitatore”.
E ancora giù tutto d’un fiato “Ci sono anche politici corretti, non è un problema personale, è il sistema che è marcio”. E poi tanti colpi forti, di sicuro e deflagrante effetto, come la battuta su Gogol. Prendendo come spunto la storpiatura che Berlusconi fece di “google” chiamandolo “Gogol”, tuona: “Gogol è quello che ha scritto le anime morte, la storia delle loro vite, sono anime morte!” (riferendosi a personaggi come Monti o il Cavaliere).
“Qualunquista o fustigatore? Demagogo o rivoluzionario?” sono solo alcune definizioni che si tentano nel pressbook del film-documentario: già, gli aggettivi per Grillo potrebbero essere tanti altri ma quello che resta è una disarmante realtà. Come ha detto la giornalista Chiara Burtuli: “Noi abbiamo solo documentato, questo è quello che lui ha raccontato in piazza, quello che riuscirà a fare Grillo lo vedremo”. Davvero, quello che un documentario deve fare è registrare una realtà e restituirla a chi guarda. Che sia un fenomeno passeggero o destinato a durare e a cambiare davvero qualcosa nel nostro Paese non possiamo dirlo ora, noi staremo a vedere quello che accadrà. Già staremo a vedere, tutti.

Elena Bartoni
 

 


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